La saga delle Sfumature: analisi (molto) critica – terza e ultima parte.

Terminando l’analisi critica iniziata nella prima e nella seconda parte di questo articolo, ripropongo per l’ultima volta le premesse.

Piccole premesse prima di iniziare.

1 – Questa analisi contiene termini e parolacce che si riferiscono anche al linguaggio del sesso. Se vi disturba, siete pregati di lasciar perdere.

2 – Se non si fosse capito, la recensione è critica. È una mia opinione, e non voglio in nessun modo offendere te lettore a cui è piaciuto questo libro.

3 – È un’analisi critica e quindi spoilero a manetta.

4 – Ci sono tanti motivi per cui questo libro non mi è piaciuto, ma non mi disturba il fatto che tratti, in generale, di un rapporto sadomaso. Non mi è piaciuto come lo tratta l’autrice nello specifico, ma a questo arriverò con calma.

5 – Non venite a dirmi se non ti è piaciuto, perché l’hai comprato? o perché l’hai letto? Perché credo che sia una delle frasi più stupide e inutili che possiate dire, dato ch presuppone che io sappia che un libro non mi piace ancora prima di comprarlo. Se ora che l’ho letto potessi tornare indietro nel tempo, effettivamente, cancellerei il mio acquisto, dunque avvisatemi quando si potrà fare!

6 – L’articolo è molto lungo e quindi è stato diviso in tre parti. Questa è la terza parte.

L’operazione commerciale.

Posto che il libro fa cagare, posto che è inutile a tutti i livelli … perché ha venduto così tanto?
Leggiamo il retro della copertina di Cinquanta sfumature di grigio: quello che tutte le donne vogliono.
Oh-oh: mi è semblato di vedele un’opelazione commelciale!
È un libro che vuole vendere soprattutto alle donne, e che ha quindi tutti i requisiti che lo stereotipo della donna dovrebbe adorare: la crocerossina, la storia romantica, la perversione, l’amore che dura tutta la vita, il principe azzurro, il lieto fine, l’uomo bellissimo e ricchissimo, una bella casa, tanti pargoli.
È velo, è velo, non mi elo sbagliato, ho visto una blutta opelazione commelciale!

Conclusione in pompa magna: le citazioni.

Dato che vi voglio molto bene, non vi faccio mancare assolutamente niente: per terminare questa chilometrica analisi, passiamo anche a leggere direttamente dodici citazioni prese dai libri, con alcuni miei commenti. Le parti in grassetto sono quelle che ritengo più ridicole in assoluto.
Le pagine indicate sono quelle dei pdf che ho trovato.
Non vedevate l’ora, eh?

Citazione numero uno: uè, ciccia, quanto so’ figo!

Poco prima che i due incomincino la loro prima nottata di sesso, in Cinquanta sfumature di grigio (pagina 136), Anastasia firma il famoso contratto di Christian e poi fa la domanda fatidica: ma stanotte si scopa o no?

«Questo significa che stanotte farai l’amore con me, Christian?»
“Oh, signore. L’ho detto davvero?”
Lui rimane di stucco per un attimo, ma si riprende in fretta. «No, Anastasia. Primo: io non faccio l’amore; io fotto … senza pietà. Secondo: ci sono molte altre scartoffie da firmare. Terzo: non sai cosa ti aspetta»

Ridete. Liberatevi.

Citazione numero due: come osa stare dove stava lui?

Cinquanta sfumature di nero, durante una delle tante nottate di sesso, pagina 643.

“Tu sei mia, Anastasia”.
“Sempre”.

Piton, quando ha letto questa parte, stava letteralmente impazzendo.

Citazione numero tre: la lingua-delfino.

Cinquanta sfumature di grigio, nel loro primo rapporto orale, pagina 190.

«Oh … piccola … è fantastico» mormora.
Succhio più forte, facendo guizzare la lingua sulla punta della sua erezione colossale. Coprendomi i denti con le labbra, lo stringo nella morsa della mia bocca. [cos’è, una tenaglia?]
Lui sibila e geme. «Oddio… Fin dove riesci ad arrivare?» sussurra.
“Mmh …” Lo prendo ancora più dentro, in modo da sentirlo sul fondo della gola, e poi di nuovo sul davanti. La mia lingua guizza intorno alla punta, come su un ghiacciolo delizioso. Succhio forte, sempre più forte, spingendolo sempre più a fondo, facendo piroette con la lingua. “Mmh …” (seconda volta in due righe, eh!) Non avevo idea che fosse così eccitante dargli piacere, vederlo contorcersi per il desiderio. La mia dea interiore balla il merengue, inframmezzato da qualche passo di salsa.

Posso ridere?

Citazione numero quattro: perché i fazzoletti sono proprio fighi!

Cinquanta sfumature di grigio, quando Anastasia si ubriaca e Christian Grey viene a salvarla, pagina 88.

Grey mi porge un fazzoletto. Solo lui può avere un fazzoletto di stoffa, con le iniziali ricamate e fresco di bucato

E poi apri l’armadio dei tuoi genitori e ne trovi a quintalate …

Citazione numero cinque: i pericoli della società moderna.

Cinquanta sfumature di grigio, dopo la scena precedente, dopo che Christian ha salvato Anastasia e l’ha portata a casa sua, pagina 97.

«Be’, se fossi mia, non potresti sederti per una settimana dopo la bravata di ieri sera. Non hai mangiato (aiuto, l’istinto della nonna!), ti sei ubriacata, ti sei messa in pericolo».
Chiude gli occhi preoccupato, e sussulta. Quando li riapre, mi lancia uno sguardo truce. «Odio pensare a cosa ti sarebbe potuto succedere.»

Cioè, immaginatevi la scena. C’è ‘sto tizio incazzatissimo che sta parlando, e ad un certo punto chiude gli occhi e salta sul posto. Poi riapre gli occhi e si incazza.

Più finto di così …

Citazione numero sei: quella ha bisogno di rivedere le sue priorità.

Cinquanta sfumature di grigio, un altro esempio della malattia mentale di Ana Steele.
Qua sotto leggiamo un estratto delle regole che una Sottomessa di Christian deve rispettare, a pagina 148.

Sonno La Sottomessa garantirà di dormire almeno sette ore per notte quando non è insieme al Dominatore. Alimentazione La Sottomessa mangerà regolarmente per mantenersi in forma e in salute, scegliendo da una lista prescritta di cibi (Appendice 4). La Sottomessa eviterà gli spuntini fuori pasto, a eccezione della frutta. Abbigliamento Per tutta la durata del contratto, la Sottomessa indosserà esclusivamente abiti approvati dal Dominatore. […] Esercizio fisico Il Dominatore fornirà alla Sottomessa un personal trainer quattro volte alla settimana in sessioni di un’ora da concordare tra il personal trainer e la Sottomessa. […] Igiene personale / Bellezza La Sottomessa si terrà pulita e depilata con rasoio e/o ceretta in qualsiasi momento. La Sottomessa si recherà in un salone di bellezza a scelta del Dominatore nelle occasioni prescritte dal Dominatore, e si sottoporrà a qualsiasi trattamento il Dominatore ritenga opportuno. Sicurezza personale La Sottomessa eviterà di bere in eccesso, fumare, assumere droghe, o mettersi in pericolo senza motivo. Qualità personali La Sottomessa eviterà rapporti sessuali con persone che non siano il Dominatore. La Sottomessa si comporterà sempre in modo rispettoso e modesto. Deve riconoscere che il suo comportamento ha un riflesso diretto sul Dominatore.

Ora, sarà che sono un’adolescente, ma per quanto riguarda sonno, alimentazione, abbigliamento ed esercizio fisico, non mi devi assolutamente rompere le palle. Permetto di farlo solo ai miei genitori, e a volte nemmeno a loro: se devo crescere, sarà anche il caso che incominci a decidere io alcune cose che vanno bene per me, no?
Ed ecco la reazione di Anastasia, pagina 150.

«Non mi piace molto l’idea di accettare denaro per i vestiti. Non mi sembra bello.»

Praticamente l’unica cosa che non le va bene è quella di farsi riempire di soldi.
E poi io mi dovrei immedesimare con il personaggio …

Citazione numero sette: l’età mentale di Ana.

Prendendo sempre un estratto dal contratto di Cinquanta sfumature di grigio, pagina 149, incomincio a pensare che, probabilmente, l’autrice pensa che la sua Ana abbia circa sei anni.

[La Sottomessa] Sarà ritenuta responsabile di qualsiasi misfatto, trasgressione e comportamento scorretto commesso in assenza del Dominatore.

O mio dio, che cosa inaudita!
Cioè, non ve lo immaginavate? Una ventunenne deve essere responsabile delle proprie azioni!
Vi ho sorpresi, vero? Ammettetelo!

Citazione numero otto: la descrizione della stanza delle torture.

Per tutti gli aspiranti scrittori, direttamente da Cinquanta sfumature di grigio, da pagina 138 in avanti, ecco l’esempio lampante di una descrizione fatta malissimo!
Ana Steele entra per la prima volta nella famosa stanza rossa delle torture di Christian Grey, in cui lui tiene tutto l’armamentario di arnesi che usa per il sadomaso, e la descrive.
Questa descrizione viene fatta dal punto di vista di Ana che, in questo momento del libro, non ha mai fatto sesso in vita sua e non ha minimamente idea di che cosa sia il sesso sadomaso. Sta descrivendo ciò che guarda in sequenza, ciò che pensa e ciò che nota di più o di meno.

La prima cosa che noto è l’odore: cuoio, legno, cera con un vago sentore di agrumi. È un profumo molto piacevole, e l’illuminazione è tenue, delicata.
Non riesco a individuarne la sorgente, ma corre intorno al perimetro della stanza ed emette un bagliore soffuso.
Le pareti e il soffitto sono di un intenso color porpora, e danno all’ampio locale un’atmosfera intima. Il pavimento è di legno antico verniciato.

Notare già le priorità: odore, illuminazione, pareti, soffitto, pavimento.
La prima cosa che nota questa verginella innocente sono queste cinque cose qui.
Di fruste, verghe, croci e manette varie … ma sì, chissenefrega, sono robe secondarie!

Sulla parete di fronte alla porta campeggia una grossa croce di legno a forma di X. È di mogano lucido, con cinghie sui quattro bracci. Sopra di essa c’è un’ampia griglia d’acciaio appesa al soffitto – quasi due metri e mezzo per lato – da cui pendono corde, catene e manette di ogni genere. Vicino alla porta due lunghe pertiche lucide e intagliate, simili alle aste di una ringhiera ma più lunghe, sono attaccate alla parete come bastoni per le tende. Da esse pende un impressionante assortimento di fruste, frustini e attrezzi leggeri e soffici dall’aspetto curioso. Accanto alla porta c’è anche un solido cassettone di mogano, con i cassetti bassi e piatti come se dovessero contenere esemplari in qualche vetusto museo.
Mi chiedo di sfuggita che cosa contengano in realtà. Voglio davvero saperlo?
Nell’angolo in fondo ci sono una panca imbottita di cuoio color sangue e, fissata al muro retrostante, una rastrelliera di legno verniciato che assomiglia a un portastecche da biliardo, ma che, osservata meglio, risulta raccogliere verghe di varia lunghezza e spessore. Nell’angolo opposto c’è un robusto tavolo di un paio di metri di lunghezza, di legno verniciato e con le gambe intagliate, sotto il quale ci sono due sgabelli in tinta.

Questa non è una descrizione: è un catalogo. Guardate bene, perché c’è tutto: grandezza, materiali, funzione, disposizione. Sembra che Christian abbia messo questa stanza in vendita su eBay. Delle emozioni che possa provare Anastasia, neanche l’ombra.

Ma quello che domina la stanza è un letto.

E infatti, giustamente, una persona che entra in una stanza prima nota tutto il resto, poi si accorge che c’è qualcosa che domina su tutto. Normale, no?

È più grande di un matrimoniale, un modello a baldacchino con ornate colonnine rococò e la parte superiore piatta. Sembra risalire alla fine del Diciannovesimo secolo. Sotto il drappo vedo scintillare altre catene e manette. Non ci sono lenzuola … solo un materasso coperto di pelle rossa e cuscini di raso rosso ammucchiati su un lato.

Il nostro Christian ha gusto, devo dire: tra manette, catene è fruste, è riuscito persino a trovare le colonnine rococò! Per Anastasia, giustamente, sono talmente importanti che le nota ancora prima delle catene e manette.

A qualche metro di distanza c’è un ampio divano Chesterfield rosso scuro, collocato al centro della stanza e rivolto verso il letto. Che strana disposizione … un divano rivolto verso il letto. Sorrido tra me e me: definisco strano proprio il divano, che in realtà è l’arredo più normale della stanza.

Prima mi dici la marca del divano, poi una cazzata e infine l’apoteosi del ridicolo: la correzione della cazzata in tempo reale! Io avrei semplicemente fatto questa operazione: Che strana disposizione … un divano rivolto verso il letto  e la frase seguente non avrebbe neanche visto la luce.

Alzo gli occhi e guardo il soffitto. Ci sono moschettoni appesi dappertutto. Mi chiedo vagamente a cosa servano.
La cosa curiosa è che tutto quel legno, le pareti scure, la luce soffusa e il cuoio rosso rendono la stanza quasi intima e romantica …
So che è tutto tranne questo. È la versione di Christian dell’intimità e del romanticismo.

Prima mi dici che non è intimità e romanticismo, poi mi dici che è intimità e romanticismo. Deciditi!

Citazione numero nove: Anastasia laureata in inciampamento sperimentale.

Cinquanta sfumature di grigio, il primo incontro tra Ana e Christian, pagina 15.

Apro la porta e inciampo. Cado lunga distesa lungo l’ufficio. Merda!

Cioè, questa è inciampata nei suoi piedi.
Ma come ha fatto? In che cosa è inciampata?

Citazione numero dieci: tocchiamo il fondo della merda.

Lo stile della James poteva peggiorare?
Ebbene sì! In Cinquanta sfumature di rosso, il terzultimo capitolo è scritto dal punto di vista di un bambino di quattro anni, con la sintassi di un bambino di quattro anni!
Ecco una dimostrazione a pagina 1218.

C’è un grande albero nella stanza con i divani  grandi. È grande davvero. Ne ho visti altri così, ma solo nei negozi. Non dove ci sono i divani. Nella mia casa nuova ci sono un sacco di divani. Non solo uno. Non un solo divano sporco e marrone.

È più bravo Tarzan!

Citazione numero undici: io sono Christian e lui è Christianuccio.

Cinquanta sfumature di grigio, quando Anastasia è faccia a faccia con il pene del suo amore. Prima che ciò succeda, Christian le dice questo, pagina 189.

«Voglio che tu faccia conoscenza, se possibile amicizia, con la parte del mio corpo che preferisco. Sono molto legato a lui.»

Avete presente gli uomini che chiamano per nome il loro pene? Christian è uno di loro!

Citazione numero dodici: CENSORED

Cinquanta sfumature di rosso, pagina 395, durante una scena di sesso orale.

Io faccio scorrere la lingua sulla punta, leccando la perla di rugiada che stilla da lui.

Rugiada. C’è veramente scritto rugiada.
Cara James: hai scritto porcate per tre libri e non riesci a dire sborra?

Ora che ho finito questa faticaccia immane di scrivere questo articolo, concludiamo con una parentesi sull’autrice, che in un’intervista ha detto: “Volevo scrivere un libro romantico in cui i personaggi si innamorano felicemente“.

Ho letto ora su Focus D&R che una scimmia, battendo i tasti a caso sulla tastiera, ha una possibilità di scrivere l’Amleto su 4,4 x 10 alla 360783esima.

Detto questo, cara Erika Leonard James, non posso augurarti altro che …
Ritenta, sarai più fortunata!

La saga delle Sfumature: analisi (molto) critica – seconda parte.

Continuando l’analisi critica iniziata nella prima parte, ripropongo le premesse.

Piccole premesse prima di iniziare.

1 – Questa analisi contiene termini e parolacce che si riferiscono anche al linguaggio del sesso. Se vi disturba, siete pregati di lasciar perdere.

2 – Se non si fosse capito, la recensione è critica. È una mia opinione, e non voglio in nessun modo offendere te lettore a cui è piaciuto questo libro.

3 – È un’analisi critica e quindi spoilero a manetta.

4 – Ci sono tanti motivi per cui questo libro non mi è piaciuto, ma non mi disturba il fatto che tratti, in generale, di un rapporto sadomaso. Non mi è piaciuto come lo tratta l’autrice nello specifico, ma a questo arriverò con calma.

5 – Non venite a dirmi se non ti è piaciuto, perché l’hai comprato? o perché l’hai letto? Perché credo che sia una delle frasi più stupide e inutili che possiate dire, dato ch presuppone che io sappia che un libro non mi piace ancora prima di comprarlo. Se ora che l’ho letto potessi tornare indietro nel tempo, effettivamente, cancellerei il mio acquisto, dunque avvisatemi quando si potrà fare!

6 – In questo testo, ad un certo punto, cito scherzosamente Justin Bieber. Se leggete attentamente, non c’è nessuna offesa rivolta al cantante, e qualunque siano i miei gusti su di lui, non sto parlando delle sue abilità canore: il citarlo si riferisce solo ed esclusivamente a Christian Grey. Se ora non capite che caspita c’entri Justin Bieber … beh, scendete e leggete, no?

7 – L’articolo è molto lungo e quindi è stato diviso in tre parti. Questa è la seconda parte.

Lo stile.

Non è soltanto banale ed elementare, e non si limita – come ormai succede in continuazione – a coordinare quattro frasi e a spacciarle per un periodo, perché in quel caso si potrebbe ancora definire scorrevole e quindi, in un certo qual modo, piacevole.
No, è molto peggio.
L’autrice, oltre a dover riportare tra virgolette ogni singolo pensiero del piatto personaggio principale, di fatto non scrive: opera di copia e incolla e riprende esattamente le stesse parole e le stesse frasi, in modo ossessivo-compulsivo, per tutta la durata dei tre chilometrici libri, per qualunque cosa succeda.

Non ci credete? Benissimo.

La prova provata si chiama Adobe Reader: basta scaricare la saga in pdf e utilizzare la funzione trova per contare quante volte sono presenti alcune parole.

Io l’ho fatto e la cosa più buffa è che, in base ad un rapido conto che non ho ricontrollato – non sono così totalmente fuori di testa –, una trama di duemila pagine è di una semplicità talmente ridicola e di uno stile talmente grottesco che il suo scorrere si può dedurre semplicemente osservando le diverse frequenze di alcune parole.

Il primo libro, di 580 pagine, è il periodo della scoperta di Christian Grey e delle sue passioni, e infatti lo amo compare solo due o tre volte e solo alla fine del libro – anche se è ovviamente palese nei suoi pensieri dal capitolo due, nonostante non sia detto esplicitamente – mentre sono estremamente frequenti le varie invocazioni al Signore (tra oddio, mio Dio e oh, mio Dio, siamo sulle 130 volte: la media matematica è una ogni 5 pagine circa). Compare anche abbastanza spesso (nominata 41 volte) un’altra dea, chiamata dea interiore, che sarebbe una sorta di personificazione della psiche di Ana, che spesso si lascia andare a strani balletti; eppure non sembra molto soddisfatta della situazione, dato che il wow si ripete solo 22 volte mentre merda ben 70 volte. Non manca invece il sesso, anche se Ana gode molto più di Christian: se la parola orgasmo si ripete 22 volte, gemo di Ana in prima persona compare ben 48 volte, mentre geme di Christian solo 23 volte. In totale fanno 71 volte in cui questo verbo viene utilizzato; e fateci l’abitudine, perché a quanto pare questa autrice come parola la adora: la utilizza anche per cantanti, voci della radio, porte e finestre.

Nel secondo libro, di 730 pagine, i rapporti tra i due si trasformano nel vero ammore, e le parole lo riflettono: si mantiene costante lo squilibrio tra gemo (50 volte) e geme (29 volte), mentre lo amo e varie versioni (amo quest’uomo, amo Christian Grey, amo Christian) aumentano esponenzialmente (30 volte) a sfavore di orgasmo (14 volte). Sempre presente merda (68 volte), ma con un wow raddoppiato (42 volte) e un oddio molto minore (64 volte).

Nel terzo libro, che ha la bellezza di 1130 pagine, sostanzialmente non succede niente di nuovo rispetto al secondo, e infatti merda (58 volte), oddio (49 volte) e lo amo (22 volte) si mantengono più o meno costanti, così come lo squilibrio tra gemo (53 volte) e geme (37 volte). Orgasmo aumenta ancora (20 volte), mentre wow cala nuovamente (19 volte): alla fine, anche Ana si è abituata alla situazione.

Le scene di sesso – che, come avete visto anche dalla frequenza delle parole, sono molto presenti nel libro – tentano a fatica di essere originali variando ambientazione e gadgets, non riuscendoci per niente: è sempre Ana che sta ferma e riceve, mentre Christian agisce in prima persona eccitandola da matti. Matti veramente, però: quest’uomo ha, manco a dirlo, un pacco enorme, ma lei viene con un dito. E allora spiegatemi che cavolo ti serve un pene gigantesco!

Ci sono delle volte, addirittura, in cui l’autrice salta a piè pari la descrizione della scena sessuale, nonostante questo sia un libro erotico, perché è talmente noiosa da risultare ridicola persino a lei.

Parentesi ironica, e che le Beliebers non mi vogliano a male.

Sempre grazie alla funzione trova di Adobe Reader, vorrei farvi sapere che ho scoperto una possibile ragione per cui Justin Bieber, il famoso cantante adolescente idolatrato da molte ragazzine, era inizialmente entrato nei sospetti come possibile attore per il film tratto da questo libro. La cosa aveva suscitato come minimo un po’ di sorpresa, escludendo le urla indemoniate da parte delle haters di Justin. Il cantante è infatti nato nel 1994 e oggi ha vent’anni, età che dimostra alla perfezione, mentre nella finzione il nostro Grey è nato nel 1983 e oggi ne avrebbe trentuno: ben undici anni in più, forse un po’ tanti da nascondere con il trucco per tre film quando si potrebbe benissimo ingaggiare un attore dell’età giusta.

Allora le alternative sono tre: o Justin Bieber è talmente famoso che va per forza utilizzato in un film per guadagnarci un po’ su, oppure sono tutti molto molto molto stupidi, oppure ancora è tutto un complotto giudo-pluto-massonico.
In base a quanto Adobe Reader mi dimostra, potrei anche propendere per la terza opzione, e ora spiegherò perché.

Se Anastasia chiama il suo amore Christian, o al massimo Mr. Grey (e non voglio sapere quante volte sia nominato nel libro), lui alterna Anastasia, Miss Steele, Ana e … piccola. Giuro: lo ha detto 60 volte nel primo libro, 96 volte nel secondo e 86 volte nel terzo, e forse la media matematica di una volta ogni dieci pagine si abbassa un po’ solo perché nelle sfumature di grigio non incomincia a dirlo dal primo capitolo.

A questo punto, sono andata a controllare nella versione inglese del libro, e posso confermare che la parola piccola è la traduzione di baby.
Perciò in pratica questo Christian non fa altro che ripetere baby, baby, baby con un accento che prova ad essere sensuale e con qualche gemito o urlo orgasmico.

Ora … vi ricordate la famosa canzone Baby di Justin Bieber, quella con cui ha fatto un sacco di successo?
Il ritornello era qualcosa tipo baby, baby, baby, baby, ooooh!

Sostanzialmente, con una frase di questa canzone si può riassumere l’ottanta per cento delle parole dette da Christian Grey nella storia.
Il restante venti per cento si trova nelle strofe, come dimostrano questi passi di traduzione:

Woooah oh, oh woooooah, wooooah oh, oh.
Lo sai che mi ami, lo so che ti interesso,
Mandami un messaggio e io ci sarò.

Ti comprerei qualsiasi cosa, ti comprerei qualsiasi anello,
e ora curami e scuotimi fin quando non mi sveglierà da questo brutto sogno.

Ta-dan!
Riuscirà Justin Bieber a frustare la sua nuova fidanzata? Lo scoprirete su Mistero!

Okay, non ho bisogno che mi diciate che ho detto una stronzata micidiale, ma era per ridere al posto di piangere.

Care donne che mi parlate di profondità psicologica: con alcuni versi di una canzone, peraltro scritti da un cantante emergente, si può riassumere quasi interamente un personaggio dalle cinquanta sfumature caratteriali, che dovrebbe avere un trauma che dura da ventiquattro anni e ben due disturbi psichiatrici.

Che complicazione! Che perversione!

Le somiglianze con Twilight.

Come ho già detto, questo libro non è nato originale: in origine era una fan fiction di Twilight e, obiettivamente, è ancora una fan fiction di Twilight, di quelle fatte molto male che si trovano a volte su EFP. Per chi non lo sapesse, una fan fiction è una storia non completamente inventata: nomi, personaggi, luoghi, trama o avvenimenti sono dichiaratamente ispirati ad un altro libro già esistente, e l’autore è un fan del suddetto libro.

Erika Leonard James ha fatto poche cose originali:

1. Ha aggiunto le scene di sesso, che sarebbero presenti anche in Twilight ma che l’autrice non descrive per niente;
2. Ha cambiato i nomi (e su questo ci sa fare, devo dire: Anus Steel (Ana Steele) significa ano d’acciaio, e Christian Grey cristiano grigio).
3. Ha tolto l’elemento urban fantasy dato dal vampiro … o quella sorta di coso sbarluccicoso che in Twilight si chiama vampiro.
4. Ha aggiunto il lato perverso a Edward Cullen.

Il resto è esattamente identico, o almeno nel primo libro.

A livello di personaggi, Christian Grey per aspetto è uguale a Edward (capelli ramati, bellissimo e ricchissimo), e l’unica cosa di diverso che ha, oltre al lato perverso, è il colore degli occhi, che rimane fisso a grigio.
Anastasia Steele è, manco a dirlo, la copia fatta male di Bella Swan: regina delle imbranate, inciampa nei propri piedi, capelli scuri, si crede una cessa e invece è una gnocca assurda, ama la letteratura inglese, non ama molto fare shopping e preferisce leggere, eccetera.
Josè Rodriguez è un Jacob Black non licantropo, Ray Steele è Charlie Swan con una professione diversa, Kate è Jessica, Grace Trevelyn-Grey è Esme, Paul Clayton è Mike Newton, Mia Grey è Alice Cullen senza preveggenza, Elliott Grey è Emmett Cullen … vi serve altro?

Ah, sì, la trama.

Riassumiamo la trama di Twilight in poche frasi, citando un’altra mia analisi critica, e sottolineiamo ciò che si ritrova in Cinquanta sfumature.

Bella si fidanza con Edward. Qualcuno la vuole uccidere, ma lei si salva e vuole diventare un vampiro.
Edward lascia Bella (diventa Bella lascia Edward). Qualcuno vuole uccidere Edward e poi anche Bella, ma alla fine si salvano entrambi e lei vuole diventare un vampiro.
Jacob si inserisce nella coppia, ma alla fine Bella sceglie Edward. Qualcuno la vuole uccidere, ma lei si salva e vuole diventare un vampiro.
Bella ed Edward si sposano e fanno una figlia. Qualcuno li vuole uccidere tutti, ma alla fine Bella diventa un vampiro e si salvano tutti grazie a lei.

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E anche questa seconda parte è terminata!
Vai nella lista delle analisi critiche per cercare la terza parte e finire di leggere questo articolo!

La saga delle Sfumature: analisi (molto) critica – prima parte.

Cinquanta sfumature di (colore intercambiabile), di E. L. James (Erika Leonard James): uno dei libri più brutti dell’ultimo decennio, il peggiore che io abbia mai letto e anche il libro che ha venduto di più finora, superando persino Harry Potter. Non so quale delle tre sia la cosa peggiore. Ho letto tutta la trilogia, composta da Cinquanta sfumature di grigio, Cinquanta sfumature di nero e Cinquanta sfumature di rosso, rimanendone sempre più disgustata. Reduce da più di duemila pagine scritte dalla James, posso confermare: non c’è un aspetto di questo libro che non sia sbagliato, sciatto, superficiale, piatto, inutile e noioso.

E io, per vostra somma gioia, in occasione dell’uscita del film tratto dal primo libro della saga, parlerò di tutti questi aspetti, uno per uno.

Piccole premesse prima di iniziare.

1 – Questa analisi contiene termini e parolacce che si riferiscono anche al linguaggio del sesso. Se vi disturba, siete pregati di lasciar perdere.

2 – Se non si fosse capito, la recensione è critica. È una mia opinione, e non voglio in nessun modo offendere te lettore a cui è piaciuto questo libro.

3 – È un’analisi critica e quindi spoilero a manetta.

4 – Ci sono tanti motivi per cui questo libro non mi è piaciuto, ma non mi disturba il fatto che tratti, in generale, di un rapporto sadomaso. Non mi è piaciuto come lo tratta l’autrice nello specifico, ma a questo arriverò con calma.

5 – Non venite a dirmi se non ti è piaciuto, perché l’hai comprato? o perché l’hai letto? Perché credo che sia una delle frasi più stupide e inutili che possiate dire, dato ch presuppone che io sappia che un libro non mi piace ancora prima di comprarlo. Se ora che l’ho letto potessi tornare indietro nel tempo, effettivamente, cancellerei il mio acquisto, dunque avvisatemi quando si potrà fare!

6 – L’articolo è molto lungo e quindi è stato diviso in tre parti. Questo articolo è la prima parte.

Una cagata pazzesca, ovvero la trama.

La trama è molto simile a quella di Twilight (non per niente la storia è nata come fanfiction) e quindi presenta gli stessi difetti della saga del vampiro: ripetitività, noia, copia e incolla, senza grandi colpi di scena, piattume.

Nel primo libro, Anastasia Steele, santerellina idiota di 21 anni, conosce Christian Grey, uno degli uomini più belli, ricchi e famosi d’America, grazie ad un’intervista. Uno dei modi più banali di presentare un personaggio, naturalmente, e già il libro inizia in pompa magna per quanto riguarda le tecniche narrative. Entrambi ovviamente si innamorano l’uno dell’altro all’istante, anche se Ana ci mette almeno dieci capitoli per capirlo; e quando finalmente si è messa d’accordo con la sua “dea interiore” e ha deciso che vuole scoparsi Christian Grey, scopre che non può fare nemmeno quello senza firmare un dannatissimo contratto, riportato uguale tre volte nel testo: Christian è un Dominatore, e come tale la sua passione più grande è quella di frustare le donne a sangue. Questo implica che Ana deve mettere la sua firma sotto un testo di almeno cinque pagine che si può riassumere con la frase non avrai altro Dio al di fuori di me, secondo il quale lei non può più controllare nessun aspetto della sua vita: dal mangiare al vestirsi, dal dormire agli acquisti fino ovviamente alle attività sessuali e alle persone che incontra, ogni cosa è nominata nel contratto e controllata da Christian. Ad Ana questa cosa, manco a dirlo, piace un botto – l’unica cosa che le va meno a genio è quella di essere riempita di regali, e devo dire che tra tutte è proprio la cosa peggiore … poi, si sa, sono gusti – e così i due iniziano una noiosa relazione sadomaso. Alla fine del libro, Ana si rende conto che forse il rapporto di evidente disparità tra Christian e lei è un po’ esagerato – e solo perché le brucia il culo per una scudisciata più forte delle altre, che peraltro doveva rappresentare il dolore più forte che poteva provare – e decide di mollarlo, dandogli del porco maniaco. L’unica cosa intelligente che fa nel libro, e che avrebbe dovuto fare dall’inizio; o almeno, così penso io.

Ovviamente se ci sono altri due libri è abbastanza palese che i due si rimetteranno insieme, cosa che accade puntuale nel secondo libro … dopo quindici pagine. I due, insomma, si amano talmente tanto – la sfilza interminabile di non riuscivo a sopravvivere senza di te dopo soli cinque giorni di distanza è veramente ridicola: neanche i bimbiminchia su facebook sanno fare di peggio – che Christian decide di rinunciare alla sua mania del controllo per amore di Ana e per trecento pagine questi … scopano. O meglio: fanno sesso alla vaniglia, venendo – rigorosamente in contemporanea – venticinque volte al giorno.
Quando invece non trombano, Christian rimprovera Ana perché mangia poco, stile nonna che ti vede sempre anoressica (mangia, hai mangiato? Perché non finisci di mangiare? Mangia, devi mangiare, mangia che ti fa bene, termina il piatto, mangia), e perché ha il tic, a suo parere molto eccitante, di mordersi le labbra (ti stai mordendo il labbro, non morderti il labbro; Ana, ti stai mordendo il labbro, smettila di morderti il labbro). Dopo pagina trecento, però, tutti questi buoni propositi di fare sesso senza frustate, manette, cazzi e mazzi vanno allegramente a fottersi insieme ai due protagonisti, che ritornano al rapporto sadomaso; in più, però, saltano fuori tre persone che rompono le balle alle loro nottate. Una è Elena, un’amica di famiglia che a quindici anni si bombava allegramente Christian facendo la Dominatrice, e che ora tenta inutilmente di far scoppiare la coppia; un altro è Jack, il capo della SIP, dove lavora Anastasia, che ci prova con lei fino quasi a stuprarla (indovinate chi la salverà?) e l’ultima è una psicopatica di nome Leila, ex-Sottomessa di Christian (le due cose insieme la dicono lunga) che vuole uccidere tutti perché cos’avete voi che io non ho? Inutile dire che, se c’è un terzo libro di mille pagine, lei non ci riuscirà, con sommo dispiacere di tutti noi, e quindi la trama, dopo una proposta di matrimonio, slitta al terzo libro.

Qui succedono sostanzialmente quattro cose: matrimonio, sesso, gravidanza, vendette. Ovvero: i due, dopo un corteggiamento da diabete, finalmente si sposano, e continuano a scopare come al solito; Ana ha una gravidanza ed Elena e Jack si vogliono vendicare di essere stati così tranquillamente mandati a fanculo nel libro precedente. La loro vendetta, ovviamente, fallirà. Alla fine della storia, Ana ha avuto un figlio per parto cesareo e sta per avere il secondo, a cui, come lei allegramente sottolinea, fare l’amore piace già, dato che ha sopportato che sua madre venisse frustata all’ottavo mese. Praticamente Ana porta una cagna in grembo quasi quanto lei.
Gli ultimi due capitoli sono la ciliegina sulla torta: una sorta di come è iniziato tutto, ma dal punto di vista di Christian Grey.
Vediamo quindi un bambino di quattro anni che ci racconta com’è un suo Natale a casa dei suoi e poi il fantomatico primo incontro, esattamente uguale a quello del primo libro, solo che invece di dire quanto è bello c’è quanto me la scoperei.

Ciò che io vi ho descritto in poche righe, e che è la cosa più banale del mondo, viene narrato in una saga (!) di duemila e passa pagine di romanzi, con descrizione dettagliatissima di ogni giorno di ogni mese che Ana passa insieme al suo amore, in diretta e in tempo reale. La storia, in realtà, dura solo pochi mesi, ma avrete la sensazione che duri ventisette anni di noia mortale.

I nuovi mostri, ovvero i personaggi.

Oh, molto bene: i personaggi. Se li chiamassi le marionette, tutti i burattini di questo mondo si offenderebbero.

Anastasia Steele, alias sono-un-parassita, i cui unici pensieri sono o mio dio, wow, merda e lo amo così tanto: arrivata vergine e candida all’età di ventun anni, è incapace di vivere autonomamente. Prima del libro, frequenta l’università vivendo a sbafo dalla sua migliore amica Kate e, una volta che ha conosciuto Christian, praticamente si fa mantenere da lui. È la solita piccola timidona innocente e ingenua brutta che, chissà come, ha la fila di innamorati friendzonati alle spalle, perché non ha mai avuto un fidanzato, e non sa fare praticamente niente: non sa camminare senza inciampare, non sa bere senza vomitare, non sa ballare, non sa usare il computer, non sa pettinarsi, non si sa vestire. È la donna delle contraddizioni: a ventun anni, nel 2012, non ha né un computer né un cellulare, e non sa cos’è la masturbazione ma sa cos’è il fisting. Sa fare solo tre cose nella sua vita: essere sottomessa, trasformarsi da santerellina a vacca sempre bagnata e fare la dolce crocerossina che salva il suo ragazzo.
Per il resto della sua vita, ci pensa il suo ammore.

Christian Grey, alias sono-uno-stalker-e-le-donne-mi-amano. Bellissimo ventisettenne ricco dai capelli bronzei e gli occhi grigi, dovrebbe avere un carattere complicatissimo – le famose 50 sfumature, teoricamente, sarebbero psicologiche e tutte sue – e invece il personaggio risulta avere lo spessore della carta velina. Tutta la sua violenza e la sua mania del controllo è determinata da una sola cosa: infanzia difficile. In pratica lui picchia le donne brune (e lavora solo con quelle bionde) perché il colore dei capelli gli ricorda sua madre, puttana drogata che aveva tanti begli amanti che lo picchiavano quando era piccolo.
Cioè, parliamone: una motivazione sola.
Per un trauma che dura almeno da ventiquattro anni, lui ha una motivazione sola.
Persino Tucidide nel quinto secolo avanti Cristo sapeva che niente è mai causato da una motivazione sola, men che meno i disturbi mentali.
Eh sì, disturbi mentali; perché non è mica finita qui!
Christian non è solamente lo stereotipo del seduttore ricco e affascinante perché perverso, ma dietro la facciata da principe azzurro nasconde il suo vero e orrendo lato negativo, al di là del fatto che gli piace frustare le donne: è un fottutissimo stalker.
È questo il suo vero problema, non che picchia le donne a letto con il loro consenso!
Cioè, ragazze, aprite gli occhi: avete presente quei maniaci che si appostano sotto le vostre finestre, vi chiamano ogni ora e non vi lasciano più vivere? Che sanno tutto di voi, non si sa come, e a cui non potete nascondere niente? Che non vi fanno uscire di casa e vi isolano dal mondo esterno? Con cui non c’è privacy e non c’è libertà prima ancora di conoscersi veramente? Che si presentano incazzati neri sotto casa vostra dopo dieci minuti che non rispondete ad un loro messaggio?
Ecco, questo è Christian Grey: l’uomo che sapeva il numero di conto corrente di Ana a memoria dopo due giorni che si erano visti.
Questo è l’uomo che voi idolatrate per il pacco e per il portafoglio.
E li chiamavano maschilisti … sotto sotto, un po’ di ragione ce l’hanno.
Altrimenti spiegatemi per quale assurda ragione l’uomo che tutte le donne vogliono dovrebbe comportarsi in un modo così vergognoso quale è quello che vi sto per descrivere. Siamo in cinquanta sfumature di rosso, a pagina 923, e Ana è risultata positiva al test di gravidanza: la prima cosa che fa, ovviamente, è rivolgersi al suo caro Christian per comunicare la notizia, in preda all’ansia perché ha fatto la bambina cattiva. Capirai: questi scopano da centinaia di pagine … nel senso, alla fine un bambino te lo vai a cercare, no?
Ora, una persona definita da mille pagine perfetta, anche se presa alla sprovvista, avrebbe comunque cercato un modo di risolvere il problema, se così si può chiamare. Che ne so: rifletterci su? Parlarne con calma? Pensare all’aborto?
Leggiamo invece come reagisce il nostro uomo. Tra parentesi quadre, i miei commenti.

Ora o mai più. «Sono incinta».
Lui si immobilizza e diventa pallido come un cencio. «Cosa?» sussurra, livido.
«Sono incinta.»
Aggrotta le sopracciglia come se non capisse. «Com’è possibile?».
“Com’è possibile?” Ma che assurdità è questa? Arrossisco e gli lancio un’occhiata della serie “Come credi che sia successo?”.
[cioè, dai … persino un personaggio idiota come Anastasia queste cose le capisce … l’ombrellino che entra nella borsina, no?]
Cambia immediatamente atteggiamento e il suo sguardo diventa di pietra. «L’iniezione?» ruggisce.
[Ma sei un fottuto genio!]
“Oh, merda!”
«Ti sei dimenticata l’iniezione?»
[Doppia protezione, gente … lo dicono anche ai dodicenni, ormai …]
Mi limito a fissarlo, senza proferire parola.
“Porca miseria, è incavolato nero.”
[Anche tu però con la genialità non scherzi, eh …]
«Cristo santo, Ana!» Sbatte il pugno sul tavolo, facendomi trasalire e si alza così bruscamente che quasi rovescia la sedia. «Devi ricordarti una cosa sola, una sola. Merda! Non ci posso credere. Come hai fatto a essere così stupida?».
[Non so se ti è chiaro, Christian … l’ovulo non si è fecondato da solo …]
“Stupida?” Rimango senza fiato. Vorrei dirgli che l’iniezione non ha fatto effetto, ma non riesco a parlare. Mi guardo le mani. «Mi dispiace» sussurro.
«Ti dispiace? Ma vaffanculo!» mi dice in tutta risposta.

Fatemi capire: quest’uomo sta dando la colpa a lei.
Ripeto: scopano da ottocento pagine.
Ripeto: Christian, hai un pene e non sei sterile.
Specifico: non ti metti il preservativo.
Ripeto ancora: un ovulo non si feconda da solo, e mezzo lavoro l’hai fatto te.
Cosa cazzo ti aspettavi che succedesse?
Non vi faccio leggere le parole precise del seguito, ma basta dire che questo esce a ubriacarsi e se ne va dalla sua ex, dopo una sfuriata in cui lei gli piagnucola cose tipo «ma no, ma sarai un padre perfetto, è tutta colpa mia, mi dispiace tanto, quanto sono dispiaciuta, scusami».
Ora, non venite a raccontarmi la manfrina del eh, ma poverino, sua madre lo ha traumatizzato.
Una sola motivazione per ben due disturbi psicologici?
Veramente una psicologia molto approfondita!

Gli altri inutili personaggi potrei anche evitare di nominarli: non servono a niente, e sono solo un po’ di comparse venute al mondo al solo scopo di parlare di lui, e che non hanno niente di verosimile o di reale. Sono delle semplici maschere, messe lì per fare un po’ di scena, con il minimo dei connotati che serve a far capire che non sono scimmie ammaestrate o robot.
Qualche esempio?
Josè Rordriguez è l’amico straniero friendzonato, Katherine Kavanagh è la belloccia superficiale che nessuno vuole, Jason Taylor l’autista servile, Grace la madre premurosa, Jack Hyde il capo di lavoro che si scopa le segretarie, Ray il padre lavoratore amante dello sport … ci sono tutti gli stereotipi possibili e immaginabili, in questo libro.
L’unico personaggio che non rappresenta lo stereotipo del dottore è lo psicologo di Christian, il dottor Flynn, per il semplice fatto che non è uno psicologo.
Cioè, capiamoci: ha quest’uomo in cura che ha un problema molto serio in cura da anni, guadagna migliaia di dollari all’anno e l’unica cosa che sa dire è «eh, Ana, devo dire che da quando è con te sta molto meglio … sì, tu riesci proprio a curarlo … riesci a farlo stare finalmente bene … c’era proprio bisogno di te …».
Signora E. L. James, non so se è più inquietante l’idea che tu pensi di poterci prendere per il culo in questo modo, fornendoci un’idea di psicologo i cui consigli sono utili quanto quelli di un conoscente qualunque incontrato per caso in metropolitana, oppure che tu creda veramente che un dottore si comporti così.
Ana conosce Christian da tre mesi.
Tre mesi.
E riesce a cambiare un uomo che ha ventiquattro anni di trauma.
Altro che amore … questi sono superpoteri!

Fine della prima parte della recensione.
Vai alla lista delle analisi critiche per poter trovare la seconda e la terza parte dell’articolo e continuare a leggere!

90 giorni di tentazione: le sfumature falsamente più belle.

Questa è una recensione, e quindi è senza spoiler.

90 giorni di tentazione è un libro erotico uscito poche settimane dopo Cinquanta Sfumature, il successo mondiale di E. L. James, e ne costituisce un’alternativa più o meno valida a seconda dei gusti. Ovviamente è un’operazione commerciale dalla prima fino all’ultima pagina, ma è forse la prima che mi capita sottomano ad essere migliore del successo da cui è partita. Vabbé che non ci vuole molto a scrivere un libro migliore delle Sfumature – solo le immagina pervy delle directioners sono peggiori, ed è perché sono sgrammaticate – però almeno è un libro un po’ più sofisticato, anche se non si può certo classificare nella categoria dei bei libri.

I personaggi, oltre a una serie di comparse che servono a far capire che la protagonista non vive solo di sesso, sono essenzialmente due: Geneviève Loften, una donna d’affari bella, ambiziosa, testarda e sicura di sé; e James Sinclair, un uomo d’affari bello, ricco e qualcos’altro che si chiama dimensione psicologica che non sembra assolutamente di rilievo. Se a quel qualcos’altro avevate pensato al pene, vi assicuro che quell’aspetto di James è trattato in modo molto approfondito.
Sono, insomma, due stereotipi che scopano.

Per quanto riguarda la trama, a sua discolpa posso dire solo che perlomeno le intenzioni dell’autrice sono chiarissime: il libro è erotico sin dalla prima pagina, invece di trascinare il lettore fino all’ottavo capitolo di idiozie prima di leggere qualche scena spinta. Le 200 pagine del romanzo raccontano di come Geneviève, responsabile del portafoglio clienti di una piccola azienda, accetti di stipulare un patto molto particolare con Sinclair, ambitissimo cliente: lei gli concederà tre mesi di sesso come lui preferisce e in cambio Sinclair metterà la sua firma nel contratto con la sua azienda. La storia di una prostituta a tempo determinato, in pratica. Il seguito è una serie di serate di sesso che capovolgeranno completamente l’idea di trasgressione che vi siete fatte leggendo 50 sfumature: non passa pagina senza che non ci sia una novità per Geneviève e per noi – nessuna scena di sesso è uguale all’altra – e sembra di essere capitati in un romanzo erotico veramente particolare su questo punto di vista. Per poi essere completamente delusi sul finale, che è quanto di più senza senso possa esistere per un libro così: esce completamente dal tono e dallo stile della storia, e nel contempo è anche banale e scontato. Non so come l’autrice possa aver fatto coesistere in un libro solo due schifezze che apparentemente si contraddicono a vicenda, ma è così.

Lo stile di scrittura è migliore rispetto alle Sfumature, con più subordinate, un lessico più ricercato e meno vocaboli ripetuti. Anche la lunghezza è molto più adatta ad un libro di questo genere: sono solo otto capitoli e la storia è autoconclusiva, così da evitare noia.

Che sia migliore rispetto alle sfumature è vero; e di certo è più leggero e allo stesso tempo più particolare. E’ un libro per rilassarsi e, per quanto mi riguarda, per affinare il senso critico: solo leggendo libri veramente brutti si può capire quanto siano belli i libri veramente belli.