100 colpi di spazzola prima di andare a dormire: il classico mancato.

Questa è una recensione, ed è senza spoiler sul finale. O almeno ci prova.

 

Dopo aver scoperto che 100 colpi di spazzola prima di andare a dormire, di Melissa P, era definito come una sorta di “classico erotico”, ho deciso di leggerlo per tirarmi su dopo l’orrida lettura delle sfumature e di 90 giorni di tentazione (recensione qui). Ho pensato che la mia avversione contro questo tipo di romanzi fosse ingiustificata: solo perché un libro di quel genere fosse terribile, non significava che lo dovessero essere anche gli altri.

Non sono mai rimasta così delusa.

La trama è una serie disordinata di avventure erotiche di una quindicenne, chiamata Melissa, che all’inizio del libro si è convinta, per qualche assurda ragione, che si innamorerà di un vero uomo solo dopo avergliela data. Inutile dire che questa qui se la spassa con un sacco di uomini, dai vent’anni fino ai quaranta, e viene trattata come una bambola gonfiabile rotta ogni santissima volta. Il finale è scontato, banale e assolutamente inverosimile.

Lo stile di scrittura fa accapponare la pelle: il libro è scritto sotto forma di pagina di diario, ma un trattato di mille e cinquecento pagine sulla filosofia medievale esprime più emozioni; la quindicenne parla come una quarantenne, lo stile è senza energia e non c’è neanche un’espressione in dialetto.

È quasi impossibile immedesimarsi nel personaggio principale: non solo è piatto, irritante e ingenuo, ma trovo che le avventure erotiche che vive siano veramente poco eccitanti, perché lei non fa altro che aprire le gambe e mettere la sua vagina al servizio del sessuomane di turno.

E vogliamo parlare dei valori? In un periodo in cui si fa sesso a dodici anni e le donne combattono contro la violenza sessuale, qui c’è una ragazzina che si comporta come una prostituta (gratis) e sostiene persino di essere “matura”.
Ed è stata una donna a scrivere questa schifezza, una donna!
Ma come considerava se stessa? Come considera le donne? Come ci considera?
Per non parlare dell’offesa contro il genere maschile: cosa ci fa capire l’autrice su di loro? Che i ragazzi sono solo un radar che riconosce le gambe aperte e le segue, punto.
Non hanno sentimenti, emozioni e una personalità … no, hanno solo il pene!
Con tutto il femminismo possibile e immaginabile, non voglio abbassarmi a credere che esista una cosa del genere.

Comunque, devo dire che questo libro mi è servito: ho capito che il romanzo erotico mi fa schifo. Il prossimo, quindi, con il benestare dell’autrice, potrà andare allegramente a tuffarsi nel cestino.

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